Che cos’è l’afasia

L’afasia è un disturbo del linguaggio causato da un danno al cervello (solitamente la metà di sinistra).

Il danno può essere dovuto a:

  • ictus
  • trauma cranico
  • tumore

Nel caso dell’ictus e del trauma cranico il problema di linguaggio si presenta subito. Il tipo e la severità del problema, però, dipendono dalla zona colpita. Possono essere colpite, infatti, alcune o tutte le seguenti aree:

  • Comprensione del linguaggio (capacità di capire quello che viene detto)
  • Produzione del linguaggio (difficoltà a dire le parole o a strutturare le frasi)
  • Ripetizione delle parole
  • Lettura
  • Scrittura

La conseguenza è che esistono diverse manifestazioni dell’afasia. Alcune persone riescono a dire solo alcune parole; altre parlano molto, ma spesso commettono degli errori o inventano addirittura delle parole, altri ancora parlano in modo tutto sommato fluente ma si bloccano per cercare le parole, come se le avessero sulla punta della lingua ma non riuscissero a trovarle.

Afasia: le conseguenze sulla persona e sulla famiglia

Le conseguenze dell’afasia sono spesso molto difficili da gestire sia per la persona coinvolta (che non riesce più a comprendere quello che le dicono o non riesce più a dire quello che pensa), sia per i familiari che si trovano in difficoltà nel cercare di capire cosa la persona afasica voglia dire. Inoltre, spesso all’afasia si associa la difficoltà o l’impossibilità nel muovere il braccio e/o la gamba destra, con notevole peggioramento dell’autosufficienza della persona. Un importante lavoro di supporto alla persona afasica e al familiare è svolto dall’A.IT.A. (Associazioni Italiane Afasici).

Le afasie sono tutte uguali?

No. In base alla sede della lesione e, soprattutto, agli esiti funzionali, abbiamo diversi tipi di afasia.

Le afasie fluenti sono quelle dove il paziente riesce a produrre delle frasi di discreta lunghezza, spesso anche dei veri discorsi. Tuttavia, a volte non riescono a collegare le frasi o producono delle parole non appropriate (parafasie) o del tutto inventate (neologismi e gergofasie).

Le afasie fluenti si dividono in:

  • Afasia di Wernicke: il linguaggio sembra corretto nella fluenza e nella prosodia, spesso sovrabbondante e logorroico, ma in realtà è vuoto nei contenuti con parole inappropriate o incomprensibili. La comprensione è molto spesso alterata e si verifica spesso la cosiddetta anosognosia, ovvero il paziente non è consapevole del suo problema. Ripetizione e denominazione sono compromesse.
  • Afasia di conduzione: è una delle tre afasie da disconnessione (in questo caso, del fascicolo arcuato). La comprensione è relativamente conservata, mentre ripetizione e denominazione peggiorano all’aumentare degli stimoli. Il paziente fa fatica a trovare le parole, commette errori relativi ai suoni delle parole (parafasie fonetiche) e spesso ha una prosodia alterata.
  • Afasia anomica: l’anomia, ovvero la difficoltà o incapacità di denominare una parola, è l’esito più frequente delle afasie; in questo caso, il paziente può avere un eloquio tutto sommato normale, finché non si blocca davanti a una parola che non riesce a ricordare. Esistono diverse tecniche mirate proprio al trattamento delle anomie.
  • Afasia transcorticale sensoriale: è una delle afasie da disconnessione (in questo caso disconnessione del centro delle immagini uditive delle parole dal sistema di rappresentazione concettuale). La possiamo definire come un’afasia di Wernicke, ma con ripetizione confermata. Spesso presenta il fenomeno dell’ecolalia, ovvero il paziente ripete meccanicamente le ultime parole dell’interlocutore.

Viceversa, nelle afasie non fluenti, il linguaggio è prodotto con difficoltà, ci sono spesso pause e alterazioni della prosodia.

Le afasie non fluenti sono:

  • Afasia di Broca: nonostante la buona comprensione (almeno finché le frasi non diventano sintatticamente complesse), la produzione è lenta e difficoltosa; spesso si riscontra una vera e propria inerzia verbale. Il linguaggio è telegrafico e spesso saltano articoli e funtori (agrammatismo). La produzione scritta è spesso simile a quella orale.
  • Afasia transcorticale motoria: è l’ultima delle tre afasie da disconnessione (in questo caso disconnessione del centro delle conoscenze concettuali dal centro delle immagini motorie delle parole).
  • Afasia globale: è la forma sicuramente più grave. Può essere conservato il linguaggio automatico (conteggio, giorni della settimana, mesi dell’anno), ma tutto il resto è compromesso, spesso in modo grave. Si riscontrano spesso stereotipie verbali, soprattutto sillabe e parole usate come risposta e intercalare in qualunque situazione.

La persona afasia migliora nel tempo?

Nella maggior parte delle persone, nei primi mesi avviene il cosiddetto “miglioramento spontaneo”. Il recupero, comunque lento, è permesso dalla capacità del cervello di riorganizzarsi. Dopo alcuni mesi il quadro si stabilizza. Di solito la persona tende a sbagliare di meno (riduzione delle parafasie) ma a bloccarsi di più (aumento delle anomie). Nel frattempo, molte persone afasiche imparano a utilizzare altri canali (come i gesti) per compensare la loro difficoltà di linguaggio.

Come intervenire

Il trattamento logopedico è efficace purché avvenga per periodi abbastanza lunghi e finché sia documentabile un miglioramento significativo. Attualmente è considerato l’unico intervento esterno che incide sul miglioramento del disturbo afasico.

Come comunicare con la persona afasica

Alcuni consigli per comunicare con la persona afasica:

  • Mettersi davanti a lei, chiamarla, guardarla in viso
  • Fare delle domande “chiuse” (ad esempio anziché “Cosa vuoi per cena?”, chiedere “Preferisci la carne o il pesce?”)
  • Avvisare quando si sta cambiando l’argomento della conversazione
  • Fare domande brevi e semplici
  • Ascoltarla, evitare di “mettere la parola in bocca” alla persona afasica che tenta di spiegarsi
  • Chiedere conferma

I nostri corsi e materiali sul trattamento dell’afasia

Bibliografia

Siti e documenti utili

Il libretto dell’Afasia (dott.ssa Anna Basso)

A.IT.A. Associazioni Italiane Afasici

Linee guida sulla gestione logopedica del paziente afasico adulto (Federazione Logopedisti Italiani)

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