Un errore commesso molto spesso dai terapisti alle prime armi è quello di identificare il livello di gravità del disturbo afasico con la prestazione ottenuta in uno o più test di linguaggio.

Certo, è innegabile che una persona capace di denominare solo tre oggetti di uso comune con molte probabilità incontrerà più difficoltà di una che ne riesce a denominare dieci. Ma è sufficiente?

Un recente studio di Jacobs e Ellis [1] su 13 persone afasiche ha evidenziato che questa correlazione non sempre si realizza. In parole povere, alcune persone con disturbo severo del linguaggio (rilevato attraverso test standardizzati) manifestavano un’elevata fiducia nelle proprie capacità comunicative (rilevata attraverso questionari di valutazione). Questo può avvenire per almeno due motivi:

  • scarsa consapevolezza del disturbo
  • capacità di attivare risorse esterne per ottenere un successo nella comunicazione

Questo secondo punto merita particolarmente la nostra attenzione e ci dà due suggerimenti da tenere bene a mente:

  • il contesto comunicativo è fondamentale e per questo deve essere adeguatamente indagato e, se possibile, sfruttato anche attraverso modifiche dell’ambiente circostante che permettano alla persona afasica di comunicare con più efficacia;
  • i questionari di valutazione e autovalutazione non sono ridondanti rispetto alle prove di linguaggio, ma aggiungono un tassello importante che ci permette di orientare il nostro intervento non verso l’afasia, ma verso la persona afasica con le sue esigenze e le sue risorse. Abbiamo dedicato questo articolo ai questionari presenti in lingua italiana: https://www.trainingcognitivo.it/afasia-e-qualita-della-vita-i-questionari-attualmente-esistenti/

I nostri corsi e materiali sul trattamento dell’afasia

Bibliografia

[1] Molly Jacobs & Charles Ellis CCC-SLP (2022) Relationship between Aphasia Impairment and Communication Confidence in Mild Aphasia, Aphasiology

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