Nei pazienti neurologici, l’aprassia verbale si presenta raramente come disturbo isolato ed è tipicamente accompagnata da un’afasia non fluente (Duffy, 2013). Sebbene molte persone affette contemporaneamente da afasia e aprassia verbale necessitino di una terapia logopedica per entrambi i disturbi, le evidenze scientifiche riguardanti delle possibilità di trattamento combinato sono poche. Riconoscendo questa mancanza nella letteratura, Wambaugh e colleghi (2014) hanno elaborato il CAAST (Combined Aphasia and Apraxia of Speech Treatment), un trattamento integrato che si pone come obiettivo quello di trattare contemporaneamente l’aprassia verbale e l’afasia nelle persone colpite da entrambi i disturbi.

Il CAAST combina elementi di due trattamenti già esistenti: il Modified Response Elaboration Training (M-RET; Wambaugh & Martinez, 2000; Wambaugh et al., 2012) e il Sound Production Treatment (SPT; Wambaugh & Mauszycki, 2010). L’M-RET è una versione modificata del Response Elaboration Training (RET; Kearns 1985), un trattamento per le afasie non fluenti che consiste nell’elicitazione di frasi tramite immagini. Le frasi prodotte vengono poi ampliate dalla/dal logopedista tramite l’utilizzo di tecniche come il modeling. Sebbene l’M-RET includa alcune tecniche che possono promuovere il miglioramento della produzione dello speech, non prevede un trattamento specifico per l’aprassia verbale. L’SPT è invece un trattamento articolatorio-cinematico specifico per l’aprassia verbale, progettato per migliorare l’articolazione di suoni mirati prodotti nel contesto di parole o frasi. La struttura dell’SPT prevede una gerarchia di aiuti, fra cui il richiamo alla collocazione articolatoria, la ripetizione e il contrasto di coppie minime.

Lo studio.

Nel loro studio del 2014, Wambaugh e colleghi si sono posti queste domande:

  1. Il CAAST è associato ad un aumento nella produzione di eloquio elicitato con stimoli allenati e non allenati?
  2. Il CAAST è associato a miglioramenti nella produzione dello speech, misurata dalla percentuale di consonanti articolate correttamente (PCC) nelle frasi e in termini di intellegibilità di parole singole?

Quattro soggetti di età compresa tra i 36 e i 72 anni con afasia cronica causata da ictus e aprassia verbale sono stati reclutati per lo studio.

Baseline e Trattamento.

Nella baseline sono stati raccolti diversi campioni di eloquio, elicitati con l’aiuto di tre set da 10 immagini ciascuno. Come valori di confronto pre- e post-trattamento, sono state misurate il numero di unità informative correttamente prodotte (CIU; Nicholas &Brookshire, 1993), la percentuale di consonanti articolate correttamente (PCC) e l intellegibilità delle parole singole. Per misurare la PCC è stata utilizzata anche la ripetizione di due set da 10 frasi ciascuno correlate alle immagini.

La prima parte del trattamento prevedeva l’elicitazione dell’eloquio narrativo tramite immagini. Le immagini utilizzate consistevano nel primo e nel secondo set impiegati nella baseline, ognuno implementato nella rispettiva fase di trattamento. Durante l’elicitazione, il logopedista utilizzava tecniche di vario tipo per espandere le frasi prodotte dal paziente. Dopo aver sviluppato un nuovo enunciato ampliato, al partecipante è stato chiesto di ripeterlo. Nel caso ci fossero errori articolatori nell’enunciato ripetuto, veniva poi implementata la seconda parte del trattamento, che comprendeva la gerarchia dell’SPT. Una volta terminata questa parte, si passava all’immagine successiva fino al termine del set. Dopo avere terminato con successo il primo set, si passava poi alla seconda fase del trattamento, nel quale veniva utilizzato il secondo set di immagini.

Risultati.

Sono stati riscontrati aumenti sostanziali del numero di unità informative correttamente prodotte (CIU) nei set di immagini allenate (set 1 e 2) e non allenate (set 3) per
tutti i partecipanti. L’accuratezza della produzione delle consonanti (PCC) e l’intelligibilità delle parole singole sono risultate invece alquanto variabili fra i quattro partecipanti.

Conclusioni.

Il CAAST sembra dunque efficace nel trattamento dell’afasia, mentre i suoi effetti nel trattamento dell’aprassia verbale non sono stati dimostrati con successo. Tuttavia, sarà necessario condurre ulteriori studi con un numero maggiore di partecipanti per ottenere dei risultati più solidi. Gli autori suggeriscono che sarebbe auspicabile modificare il CAAST, integrando altri elementi dell’SPT per rendere la parte del trattamento dell’aprassia verbale più efficace. Nonostante quindi le limitazioni di questo studio, il CAAST rappresenta un concetto molto interessante e rimane uno dei pochi trattamenti combinati di afasia e aprassia verbale tutt’oggi studiati.

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Bibliografia

Duffy, J. R. (2013). Motor speech disorders. Substrates, differential diagnosis, and management (3rd ed.). St. Louis, MO: Elsevier Mosby
Kearns, K. P. (1985). Response Elaboration Training for patient initiated utterances. In R. H. Brookshire (Ed.), Clinical aphasiology (pp. 196–204). Minneapolis, MN: BRK.
Nicholas, L. E., & Brookshire, R. H. (1993). A system for quantifying the informativeness and efficiency of the connected speech of adults with aphasia. Journal of Speech, Language, and Hearing Research, 36(2), 338-350.
Wambaugh, J., & Mauszycki, S. (2010) Sound production treatment: Application in severe apraxia of speech. Aphasiology, 24, 814-825.
Wambaugh, J. L., & Martinez, A. L. (2000). Effects of modified Response Elaboration Training with apraxic and aphasic speakers. Aphasiology, 14, 603–617.
Wambaugh, J. L., Wright, S., & Nessler, C. (2012). Modified Response Elaboration Training: A systematic extension with replications. Aphasiology, 26, 1407–1439