In passato ci siamo dedicati alla possibile relazione fra competenze matematiche di alto livello e capacità più basilari mentre altre volte abbiamo trattato l’utilizzo e il confronto fra test nella diagnosi di discalculia.
Oggi però vi raccontiamo una ricerca[1] condotta su bambini di età compresa fra 4 e 5 anni per testare l’ipotesi che alla base delle abilità matematiche precoci ci sia la capacità di focalizzare l’attenzione e individuare regolarità.
La ricerca
Per indagare il rapporto fra le due capacità appena menzionate, i ricercatori hanno sottoposto un gruppo di 378 bambini ad alcune prove:
- Focalizzazione spontanea sulle regolarità. Compiti di costruzione di una torre con 15 blocchi (di 3 colori differenti, 5 per ogni colore) in cui il bambino doveva costruire semplicemente una torre più alta possibile. Veniva poi valutata la tendenza del bambino a mettere insieme i cui secondo schemi riconoscibili, (per esempio GIALLO-BLU-ROSSO-GIALLO-BLU-ROSSO).
- Capacità di riconoscimento di schemi e regolarità. Prove in cui si valutava la riuscita in attività di identificazione di regolarità e relativo mantenimento.
- Abilità matematiche. Compiti in cui si valutava la capacità di ogni bambino di contare a voce alta, enumerare oggetti, fare confronti simbolici e non simbolici, riordinamento e riconoscimento di numeri, compiti aritmetici verbali.
L’obiettivo era vedere quanto queste 3 competenze fossero fra loro correlate cioè osservare se all’aumentare di una capacità aumentassero anche le altre.
I ricercatori hanno inoltre valutato nei due bambini altri due aspetti per vedere se anche questi incidessero sulle capacità matematiche precoci:
- Abilità visuo-spaziali tramite il test Disegno con i Cubi della WPPSI-III.
- Memoria di lavoro visuo-spaziale tramite Test di Corsi.
I risultati
I ricercatori hanno osservato questo: i bambini che durante la costruzione con i blocchi tendevano a raggruppare i cubi con regole implicite (per esempio, alternanza di colori) erano anche quelli che mediamente ottenevano i punteggi migliori nelle prove di matematica. Inoltre, questa tendenza verrebbe mediata dalle abilità visuo-spaziali e dalle abilità nei compiti di riconoscimento delle regolarità.
Questo potrebbe avere implicazioni pratiche. Se, come sembra suggerire questa ricerca, l’attenzione spontanea alle regolarità fosse realmente alla base (almeno in parte) delle abilità matematiche, gli autori suggeriscono che gli educatori che seguono i bambini a scuola in questa fascia di età potrebbero “allenare” queste capacità parlando del loro modo spontaneo di costruire (“guarda, hai creato una regola di ripetizione. Vedi che quest’unità si ripete qui molte volte?”) e usarlo come punto di base per stimolare questo processo (“riesci a fare la stessa cosa con altri colori?”). Se questo approccio fosse efficace sarebbe facilmente implementabile: praticamente in ogni scuola dell’infanzia ci sono costruzioni tra i vari giochi e gli educatori potrebbero fornire ai bambini costruzioni di vari colori, forma e grandezza, insieme a esempi di pattern da riprodurre per dare spunto.
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