La comunicazione funzionale è l’uso del linguaggio e di altri mezzi di comunicazione in contesti reali e pratici per raggiungere obiettivi specifici. Si tratta di una forma di comunicazione che va oltre la semplice scambio di parole e include aspetti non verbali come gestualità, espressioni facciali, prosodia (modulazione della voce), e il contesto condiviso tra i partecipanti. Questo tipo di comunicazione è:

  1. Multimodale: Combina diversi canali comunicativi come il linguaggio verbale, i gesti, lo sguardo, e l’uso di ausili visivi o scritti.
  2. Interattiva: Richiede scambi bidirezionali, adattamento dinamico ai feedback degli interlocutori, e spesso avviene in tempo reale.
  3. Basata sul Terreno Comune: Si avvale di conoscenze, esperienze e presupposti condivisi tra gli interlocutori per facilitare la comprensione e ridurre lo sforzo comunicativo.

La comunicazione funzionale è particolarmente rilevante in ambito di riabilitazione dell’afasia, dove l’obiettivo è aiutare le persone a recuperare non solo la capacità di formare parole e frasi corrette, ma anche la capacità di utilizzare la lingua in modo efficace e appropriato nelle situazioni quotidiane, per esprimere bisogni, condividere idee, stabilire relazioni sociali e partecipare attivamente alla vita di comunità.

I rischi di una comunicazione “in vacuo”

La comunicazione “in vacuo”, ovvero quella svolta in un ambiente decontestualizzato e isolato dalla realtà quotidiana, può presentare diversi rischi, soprattutto quando si considera la riabilitazione delle persone con disturbi del linguaggio come l’afasia. Ecco alcuni rischi associati:

  1. Mancanza di generalizzazione: Abilità linguistiche apprese in un contesto clinico possono non trasferirsi facilmente a situazioni della vita reale. Gli individui potrebbero non essere in grado di applicare ciò che hanno imparato a contesti diversi da quello terapeutico.
  2. Irrealtà del contesto: La comunicazione in vacuo non riflette le sfide comunicative che le persone incontrano ogni giorno. Questo può portare a un allenamento che ignora gli aspetti pragmatici e sociali della comunicazione.
  3. Limitata motivazione: Gli esercizi decontestualizzati possono essere meno motivanti per i pazienti, in quanto potrebbero non vedere la rilevanza immediata di tali attività nella loro vita quotidiana.
  4. Carenza di abilità socio-pragmatiche: La comunicazione in vacuo non sviluppa le competenze socio-pragmatiche necessarie per interpretare il contesto, utilizzare il linguaggio in modo appropriato nelle interazioni sociali, o gestire le conversazioni in modo efficace.
  5. Ridotta autostima: Le persone potrebbero sentirsi meno competenti comunicativamente se non riescono a trasferire i miglioramenti osservati in terapia alla vita quotidiana, il che potrebbe influire negativamente sulla loro autostima.
  6. Ridotto uso di altri canali comunicativi: La comunicazione reale utilizza una varietà di canali, compresi quelli non verbali. La comunicazione in vacuo potrebbe non dare sufficiente importanza all’integrazione tra linguaggio verbale e comunicazione non verbale.
  7. Ignorare il ruolo del ricevente: Nella comunicazione quotidiana, il feedback del ricevente è fondamentale. La comunicazione in vacuo potrebbe non fornire opportunità per praticare l’adattamento del messaggio in base al feedback ricevuto.
  8. Necessità di supporti contestuali: Nella vita reale, gli individui si appoggiano spesso a contesti fisici o situazionali per aiutare la comunicazione. Senza questi supporti, la pratica in vacuo potrebbe non essere sufficientemente robusta.
  9. Over-specializzazione: Le competenze sviluppate in attività molto specifiche e ripetitive possono diventare troppo specializzate e non trasferibili ad altre attività o contesti.
  10. Ignorare le dinamiche interattive: La comunicazione in vacuo potrebbe non preparare le persone a gestire le dinamiche complesse delle interazioni sociali, come la gestione dei turni di parola, l’interruzione, o la riparazione conversazionale.

L’importanza della comunicazione funzionale per la persona afasica

La ricerca sulla comunicazione multimodale in afasia ha tipicamente separato i diversi canali, come la gestualità, lo sguardo e la prosodia.

È noto che la gestualità svolge un ruolo importante nel processo comunicativo per le persone con afasia, e che l’utilizzo di gesti è diverso nella comunicazione reale rispetto ai compiti decontestualizzati in laboratorio. L’impairment della comprensione e della produzione della gestualità varia a seconda dei tipi e della gravità dell’afasia. Studi di intervento hanno dimostrato che la produzione e la comprensione della gestualità possono essere efficacemente addestrate attraverso la terapia. Tuttavia, è necessaria ulteriore ricerca per comprendere appieno il suo ruolo nella comunicazione per persone con afasia, specialmente attraverso diversi profili di impairment

Si è scoperto che le persone con afasia possono affidarsi a informazioni percettivamente disponibili e all’ambiente fisico per minimizzare lo sforzo durante la comunicazione quotidiana. Comunicare in situ richiede una gamma di abilità che devono essere distribuite e coordinate spesso simultaneamente, come la comprensione della lingua, la produzione linguistica, il monitoraggio del discorso e dell’interazione sociale, e l’integrazione multimodale, il tutto in tempo reale e con la pressione di rispondere prontamente.

La pratica clinica attuale per quantificare la comunicazione quotidiana si basa sull’utilizzo di un gran numero di strumenti eterogenei o su batterie di valutazione standardizzate basate sull’impairment.

L’attuale framework teorico suggerisce che la valutazione della comunicazione funzionale dovrebbe misurare esplicitamente gli aspetti interattivi, multimodali e contestuali delle abilità comunicative di una persona.

Interattività significa che uno strumento di valutazione dovrebbe valutare la capacità di una persona di comunicare con almeno un’altra persona.

Multimodalità significa che la valutazione della comunicazione funzionale dovrebbe considerare l’efficacia comunicativa dei singoli canali di informazione, come il linguaggio, la gestualità, la prosodia, lo sguardo, la scrittura e il disegno in uno scambio comunicativo, così come il valore combinato di questi canali di comunicazione sia nella produzione sia nella comprensione​.

La revisione di Doedens e Meteyard

Una recente revisione di Doedens e Meteyard [1] suggerisce che elaborare informazioni linguistiche nell’ambiente dinamico della comunicazione reale potrebbe rappresentare una sfida cognitiva diversa rispetto al lavoro con materiali linguistici in un ambiente isolato e controllato. Per alcune persone con afasia, la mancanza di generalizzazione degli effetti della terapia potrebbe essere dovuta alla loro incapacità di applicare le nuove abilità linguistiche decontestualizzate alla dinamica della comunicazione reale. Se vogliamo vedere miglioramenti nella comunicazione reale, tali abilità potrebbero dover essere oggetto diretto del trattamento.

​In sintesi, la ricerca evidenzia l’importanza di considerare l’afasia non solo come un insieme di deficit linguistici isolati, ma come una condizione che interessa la comunicazione multimodale e situata, richiedendo così una valutazione e un intervento terapeutico che tengano conto dell’interattività, del contesto e della multimodalità.

Bibliografia

[1] Doedens, W. J., & Meteyard, L. (2022). What is Functional Communication? A Theoretical Framework for Real-World Communication Applied to Aphasia Rehabilitation. Neuropsychology review32(4), 937–973. https://doi.org/10.1007/s11065-021-09531-2

Il nostro corso asincrono sull’afasia