È cosa ormai assodata e nota che le funzioni esecutive siano in stretta relazione (insieme all’intelligenza) a tanti aspetti della nostra vita: abbiamo dati riguardanti la loro predittività rispetto al rendimento scolastico, alla creatività, alla capacità di lettura e alla comprensione del testo, alle abilità matematiche, al linguaggio e all’aggressività.
Solitamente, però, nell’analizzare l’effetto delle funzioni esecutive su aspetti importanti della nostra vita, le ricerche si concentrano soprattutto sulle cosiddette funzioni esecutive fredde, cioè quelle più “cognitive” e svincolate dalle emozioni (per esempio, la memoria di lavoro, la flessibilità cognitiva e l’inibizione); molto meno si parla invece delle cosiddette funzioni esecutive calde, cioè quelli che riguardano gli scopi che guidano le nostre decisioni (soprattutto se permeati da aspetti emotivi e motivazionali), il controllo emotivo, la ricerca di gratificazioni e la capacità di posticiparle.
Nel 2018, Poon[2] ha quindi deciso di testare un gruppo di adolescenti rispetto agli apprendimenti scolastici e rispetto al loro benessere psicologico e capacità di adattamento; contemporaneamente, gli stessi adolescenti sono stati sottoposti a valutazione delle funzioni esecutive, sia fredde che calde, attraverso apposita batteria standardizzata.
Cosa è emerso dalla ricerca?
Malgrado quanto affermato dall’autore nel suo stesso articolo, tutti i test utilizzati per valutare le funzioni esecutive fredde (controllo attentivo, inibizione memoria di lavoro, flessibilità cognitiva e pianificazione) e calde (decision making) erano scarsamente o per nulla correlati fra loro (la correlazione più alta, e unica a raggiungere il livello di significatività statistica, era di solo r = 0,18!); questo lascia ipotizzare, coerentemente a quanto sostenuto da Miyake e colleghi[1], che le varie componenti delle funzioni esecutive siano relativamente dissociabili fra loro.
Un aspetto sicuramente molto interessante è che, al netto dell’influenza del livello intellettivo, le funzioni esecutive fredde risultavano predittive del rendimento scolastico mentre le funzioni esecutive calde si dimostravano predittive dell’adattamento psicologico.
Le funzioni esecutive fredde e calde, pur lavorando in maniera sinergica, sembrano essere allora due costrutti differenti e con una diversa importanza rispetto a vari contesti di vita.
Infine, altri dati degni di nota riguardano l’andamento dei punteggi nei test utilizzati in questa ricerca, dai 12 ai 17 anni di età: la memoria di lavoro verbale mostra una crescita continua con l’età (nella fascia considerata in questa ricerca), mostrando inoltre un rapido incremento intorno ai 15 anni di età; anche il controllo attentivo appare in crescita costante in questa fascia di età; la flessibilità cognitiva sembra incrementarsi in maniera continua fino ai 16 anni di età; analogamente, la capacità di inibizione mostra un ripido innalzamento dai 13 anni fino ai 16; la pianificazione, infine, mostra una crescita continua con l’età, mostrando però un picco di incremento intorno ai 17 anni di età.
Molto diverso è l’andamento delle funzioni esecutive calde poiché l’andamento dai 12 ai 17 anni di età è a campana (o a “U” rovescata); in altri termini, intorno ai 14 – 15 anni di età si osservano (in questa ricerca) prestazioni peggiori rispetto alle età precedenti e successive; più precisamente, in questa fascia di età si assiste a una maggior propensione al rischio e alla ricerca di piccole ma immediate gratificazioni (rispetto a quelle più lontane nel tempo ma più grandi).
Per concludere…
Riguardo alle funzioni esecutive fredde, l’inibizione, la memoria di lavoro e la flessibilità cognitiva sembrano maturare più precocemente rispetto alla pianificazione; si può quindi supporre che le prime (più basiche) costituiscano la base per lo sviluppo di quest’ultima (di ordine più elevato).
Rispetto alle funzioni esecutive calde, l’andamento a “U” rovesciata osservato potrebbe spiegare l’aumento di propensione per i comportamenti a rischio frequentemente osservabili in età adolescenziale.
Più in generale, i test per le funzioni esecutive fredde e quelli per le funzioni esecutive calde appaiono misurare effettivamente costrutti differenti: le prime, infatti, sembrano in relazione maggiormente con il raggiungimento di obiettivi più “cognitivi” (per esempio, la resa scolastica), i secondi risultano maggiormente in relazione con obiettivi più sociali ed emotivi.
Appare quindi utile una visione più integrata delle funzioni esecutive, troppo spesso sbilanciata esclusivamente sulle componenti più fredde.
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Bibliografia
- Miyake, A., Friedman, N. P., Emerson, M. J., Witzki, A. H., Howerter, A., & Wager, T. D. (2000). The unity and diversity of executive functions and their contributions to complex “frontal lobe” tasks: A latent variable analysis. Cognitive psychology, 41(1), 49-100.
- Poon, K. (2018). Hot and cool executive functions in adolescence: development and contributions to important developmental outcomes. Frontiers in psychology, 8, 2311.