Seppur in mancanza di una definizione condivisa, in riferimento al perfezionismo, quasi sistematicamente si parla di uno sforzo compulsivo per raggiungere obiettivi e successo elevati. Il perfezionismo servirebbe come una forza trainante per aiutare le persone a raggiungere un alto standard personale; questo, tuttavia, potrebbe anche minare la percezione di sé dopo un fallimento, il che a sua volta potrebbe bloccare i futuri tentativi di successo.
A prescindere da quelli che sono gli effettivi riscontri in letteratura scientifica, è molto comune sentir parlare del perfezionismo come una caratteristica che frequentemente si accompagna alla plusdotazione; a tal proposito, la ricerca sull’istruzione nei plusdotati ha posto una particolare attenzione a questo tratto in quanto elemento che può impedire o facilitare l’espressione delle capacità dei bambini ad alto potenziale cognitivo. Le ricerche in questo ambito, però, hanno spesso portato a esiti contrastanti, talvolta mettendo in rilievo tratti di perfezionismo più marcati della media, altre volte senza rilevare questo aspetto.
Per dirimere la questione, Ogurlu ha cercato di riassumere i risultati complessivi delle ricerche su questo tema tramite una meta-analisi1.
Quali sono stati i risultati?
Mettendo insieme i dati provenienti dalle varie ricerche, sembrerebbe che l’idea degli individui plusdotati come più perfezionisti della media non trovi fondamento oggettivo. Quindi, nonostante l’ampia casistica (1488 persone con alto potenziale cognitivo e 2579 persone con livello intellettivo nella norma), i parametri considerati riguardo al perfezionismo non raggiungevano la soglia per la significatività statistica.
Stando quindi a questi dati, non sembra di poter considerare il perfezionismo come una caratteristica tipica della plusdotazione; piuttosto, pare più corretto considerarla un aspetto che può essere presente nei plusdotati quanto nel resto della popolazione.
È stata quindi messa la parola “fine” alla questione? In realtà no perché le varie ricerche considerate in questa meta-analisi erano fra loro molto eterogenee (per esempio, i criteri per classificare i plusdotati erano fra loro anche molto diversi) e servono quindi ulteriori studi per giungere a conclusioni più nette.
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