L’afasia, un disturbo del linguaggio comunemente conseguente a un ictus, interessa circa 100.000 individui l’anno negli Stati Uniti.

Data la correlazione tra incidenza di ictus e età avanzata, è naturale chiedersi come l’età influenzi la presenza e la natura dell’afasia, nonché il recupero e i risultati clinici successivi.

In uno studio condotto da Charles Ellis e Stephanie Urban[1], si è cercato di capire appunto come l’età interagisca con questi vari aspetti dell’afasia. Dopo un’ampia ricerca bibliografica e la selezione di 40 studi pertinenti con un totale di 14.795 partecipanti, gli autori hanno tratto alcune conclusioni significative:

  1. Incidenza dell’afasia: Si è osservato che i pazienti colpiti da ictus che sviluppano afasia tendono a essere più anziani rispetto a quelli che non manifestano disturbi del linguaggio. Questo suggerisce che con l’avanzare dell’età aumenta il rischio di afasia post-ictus.
  2. Tipo di afasia: È emerso che l’età può influenzare il tipo di afasia che si sviluppa dopo un ictus. In particolare, pazienti più giovani sono più inclini a sviluppare forme di afasia non fluenti come l’afasia di Broca, mentre i tipi fluenti, come l’afasia di Wernicke, sembrano essere più comuni negli anziani. Questo può riflettere differenze nella patologia vascolare sottostante o nella capacità di recupero del cervello più giovane.
  3. Recupero dall’afasia: Interessante è il fatto che l’età non sembra avere un impatto significativo sui modelli di recupero dall’afasia. Sia giovani che anziani hanno mostrato miglioramenti nelle loro capacità linguistiche dopo l’ictus, suggerendo che fattori diversi dall’età possono giocare ruoli più critici nel recupero.
  4. Esiti clinici: Analogamente ai modelli di recupero, non è stata trovata una relazione forte tra età e esiti clinici a lungo termine dell’afasia. Questo implica che i clinici dovrebbero considerare altri fattori, come lo stato di salute pre-ictus e la gravità iniziale dell’afasia, piuttosto che l’età, quando si determina la prognosi.

In conclusione, l’articolo suggerisce che, sebbene l’ictus sia più comune tra gli anziani e l’età possa influenzare il rischio e il tipo di afasia, questa non è un fattore predittivo affidabile del recupero o dei risultati clinici. Gli operatori sanitari sono incoraggiati a considerare un approccio più olistico, che non si focalizzi esclusivamente sull’età, nel trattamento e nella riabilitazione dei pazienti con afasia.

Bibliografia

[1] Ellis, C., & Urban, S. (2016). Age and aphasia: a review of presence, type, recovery and clinical outcomes. Topics in stroke rehabilitation23(6), 430–439. https://doi.org/10.1080/10749357.2016.1150412