La sclerosi multipla è una malattia autoimmune progressiva del sistema nervoso centrale caratterizzata da ampie lesioni (placche) al cervello e al midollo spinale dovute a processi demielinizzanti infiammatori[1].
Sebbene i sintomi sensoriali e motori siano solitamente quelli più visibili e possano avere un impatto importante sulla vita quotidiana, in molti casi sono presenti anche deficit cognitivi che spesso sono considerati come i fattori che maggiormente interferiscono con un adattamento funzionale[2]; questi deficit possono riguardare molti ambiti (vedi qui per una breve spiegazione) e, tra questi, ce n’è uno che forse non ha mai ricevuto abbastanza attenzione: la memoria prospettica.
I deficit di memoria prospettica
Riguardo alla memoria, la maggior parte delle ricerche si sono soffermate sui deficit di memoria retrospettiva episodica nella sclerosi multipla, cioè la capacità di acquisire nuove informazioni e richiamarle quando richiesto, sia immediatamente che a distanza di tempo[6].
Insieme a tali difficoltà, le persone con questa malattia lamentano spesso problemi di memoria prospettica, cioè la capacità di ricordare di compiere un’azione dopo averla programmata (come ricordarsi di comprare le mele quando si va al supermercato); sono manifestazione di questo deficit il dimenticare di fare una telefonata prestabilita o il dimenticare di presentarsi a un appuntamento[6].
Le conseguenze sulla vita quotidiana sono facilmente immaginabili, basti pensare all’assunzione di farmaci in orari predefiniti o alla gestione della cucina (spegnere i fornelli), per esempio.
Con una recente revisione della letteratura scientifica dal 1991 al 2016, Roueslau[6] e colleghi hanno fatto il punto sulle conoscenze attuali riguardo alla presenza dei deficit di memoria prospettica e alla possibilità di compensarli nell’ambito della sclerosi multipla: da questo lavoro emerge che, seppur in percentuali variabili da ricerca a ricerca, una quantità consistente di persone con sclerosi multipla dichiara problemi riconducibili alla memoria prospettica o li manifesta in specifici test; queste difficoltà impatterebbero sulla vita lavorativa, al punto che molto più frequentemente si osserva una riduzione dell’orario di lavoro in chi lamenta deficit in questa funzione cognitiva.
Inoltre l’inefficienza della memoria prospettica sembrerebbe interferire con la capacità dei pazienti di collaborare col medico nelle cure, per esempio dimenticando di assumere i farmaci al momento opportuno.
I problemi di memoria prospettica sembrano legati a inefficienza delle componenti retrospettive di memoria e/o delle funzioni esecutive. In ragione di ciò è opportuno capire quali siano gli aspetti più carenti nel pazienti per far sì che tali deficit possano essere superati, compensati o quantomeno ridotti.
Cosa si può fare per potenziare la memoria prospettica
Attualmente le ricerche scientifiche sulla riabilitazione della memoria prospettica nella sclerosi multipla sono scarse: molti studi sono stati condotti su altre popolazioni cliniche, per esempio nell’ambito delle cerebrolesioni acquisite (vedi qui per saperne di più) e i risultati possono verosimilmente essere estesi anche ai pazienti con sclerosi multipla.
Un metodo che ha mostrato efficacia in diversi studi riguarda l’utilizzo di ausili esterni come agende elettroniche e applicazioni per smartphone (per esempio, Google Calendar)[3].
Sebbene in alcune di queste ricerche sembra che l’utilizzo di strumenti compensativi comportino un incremento delle proprie performance anche in un secondo momento, quando cessa l’utilizzo degli ausili esterni, questo approccio verte poco sullo sviluppo di strategie “interne” che permettano di superare il proprio disturbo.
A questo proposito in alcune ricerche è stato osservato un miglioramento delle proprie capacità di memoria prospettica dopo l’addestramente all’utilizzo della cosiddetta visual imagery[4][5].
Conclusioni
Sebbene sia innegabile la frequente presenza di deficit di memoria prospettica in persone affette da sclerosi multipla, le evidenze scientifiche che vanno accumulandosi sembrano fornire una prospettiva ottimistica riguardo alla possibilità di compensare queste difficoltà.
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Bibliografia
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- Mahan, S., Rous, R., & Adlam, A. (2017). Systematic review of neuropsychological rehabilitation for prospective memory deficits as a consequence of acquired brain injury. Journal of the International Neuropsychological Society, 23(3), 254-265.
- Potvin, M. J., Rouleau, I., Audy, J., Charbonneau, S., & Giguère, J. F. (2011). Ecological prospective memory assessment in patients with traumatic brain injury. Brain injury, 25(2), 192-205.
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- Rouleau, I., Dagenais, E., Tremblay, A., Demers, M., Roger, É., Jobin, C., & Duquette, P. (2017). Prospective memory impairment in multiple sclerosis: a review. The Clinical Neuropsychologist, 1-15.