Ci sono sempre più evidenze che con l’avanzare dell’età aumentino anche i disturbi del sonno e le difficoltà nel consolidare i ricordi [3]. Partendo da questo presupposto, un team di ricercatori [1] ha cercato di capire il nesso fra questi due fenomeni legati all’invecchiamento: alterazioni del sonno e diminuzione della memoria.
Mentre dormiamo alcuni elementi caratterizzano l’attività cerebrale; tra questi ci sono le fasi a onde lente e i cosiddetti fusi del sonno (treni di onde di frequenza più alta) che sono fra loro sincronizzati. Questa sincronizzazione tenderebbe a ridursi col passare degli anni [2].
Cosa hanno fatto allora gli scienziati?
Per capire la relazione esistente tra sincronizzazione dei due elementi citati (sonno a onde lente e fusi del sonno) e memorizzazione, i ricercatori [1] hanno preso due gruppi di volontari, uno di ventenni e uno di trentenni, e hanno eseguito questa procedura:
- Hanno sottoposto i volontari a risonanza magnetica per studiare le caratteristiche del loro cervello
- Successivamente li hanno sottoposti a una prova di memorizzazione di coppie di parole
- Poi li hanno fatti dormire per una notte mentre veniva registrata la loro attività elettrica cerebrale
- Dopo la notte di sonno, li hanno sottoposti a un’altra prova di memoria per vedere quante parole ricordassero
Lo scopo di tutto ciò era cercare di capire se la suddetta sincronizzazione fosse alla base del consolidamento dei ricordi e quale area del cervello ne fosse responsabile.
Cosa hanno scoperto?
Così come si aspettavano gli scienziati, è stato osservato che:
- Riguardo al sonno a onde lente e fusi del sonno, ci sarebbe una maggiore sincronizzazione fra i giovani
- Ci sarebbe anche una corrispondenza tra maggiore sincronizzazione e miglior ricordo delle parole
- Questa sincronizzazione sembrerebbe dipendere da un’area del cervello (corteccia prefrontale mediale) che infatti appare più atrofica nei meno giovani
Sviluppi futuri
Data la relazione fra la sincronizzazione di cui si è parlato e le capacità di memoria, i ricercatori ipotizzano che in futuro si possano risincronizzare le onde cerebrali con lo scopo di migliorare le capacità di memoria, tramite tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva.
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Bibliografia
- Helfrich, R. F., Mander, B. A., Jagust, W. J., Knight, R. T., & Walker, M. P. (2017). Old Brains Come Uncoupled in Sleep: Slow Wave-Spindle Synchrony, Brain Atrophy, and Forgetting. Neuron.
- Ladenbauer, J., Ladenbauer, J., Külzow, N., de Boor, R., Avramova, E., Grittner, U., & Flöel, A. (2017). Promoting sleep oscillations and their functional coupling by transcranial stimulation enhances memory consolidation in mild cognitive impairment. Journal of Neuroscience, 37(30), 7111-7124.
- Mander, B. A., Winer, J. R., & Walker, M. P. (2017). Sleep and Human Aging. Neuron, 94(1), 19-36.