Uno dei consigli che si danno più spesso per rendere più ricco e accurato il linguaggio del bambino è quello di riprendere ed espandere quanto hanno detto. Si tratta di due azioni che hanno un impatto diverso rispetto alla correzione esplicita e hanno diversi decenni di evidenze a supporto della loro utilità. Tuttavia, poiché questi due interventi vengono spesso proposti insieme, si può correre il rischio di scambiare “riformulazione” ed “espansione” per sinonimi, ma così non è. Vediamo insieme le differenze principali.
Riformulazione (o recast)
L’aspetto fondamentale della riformulazione è quello di lasciare inalterato il significato di quanto prodotto dal soggetto.
Spesso ci troviamo a riformulare un enunciato quando è stata omessa una parola o il termine utilizzato non è esattamente il più appropriato.
– Bambino prende palla
– Sì, il bambino prende la palla
È abbastanza evidente che:
- la riformulazione deve avvenire subito dopo la produzione del soggetto
- si possono utilizzare diversi accorgimenti prosodici per enfatizzare le parti aggiunte o sostituite (in questo caso gli articoli)
- non deve essere presentata come una critica o una correzione
- è meglio focalizzare l’attenzione su un solo errore
L’espansione (ed estensione)
L’aspetto fondamentale di queste tecniche è quello di rendere la struttura più ricca (espansione) o aggiungere elementi semantici (esptensione) rispetto a quanto prodotto dal soggetto.
Nell’espansione/estensione:
- si aspetta che il bambino o l’adulto abbia concluso l’intero enunciato
- il bambino possiede già strutture di base che andremo ad espandere
- è meglio aggiungere uno o due elementi e posizionarli in apertura o chiusura di enunciato