La comunicazione è la trasmissione di informazioni da un individuo all’altro attraverso un codice condiviso, sia esso verbale, gestuale o simbolico. L’anomia è la manifestazione più frequente dell’afasia. Si tratta, detto in modo semplice, della difficoltà di trovare la parola giusta in tempi rapidi.
Secondo le stime, su tre persone che hanno subito un danno cerebrovascolare, una è afasica. La prognosi dell’anomia dipende da due fattori:
- L’entità del danno
- L’impatto del trattamento logopedico
Molte ricerche hanno già dimostrato l’efficacia della terapia logopedica nel trattamento dell’anomia post-ictus. Tuttavia, non sempre un trattamento logopedico intensivo e continuativo è disponibile per motivi economici e/o di distanza (spesso, infatti, gli ictus hanno come esito anche difficoltà di movimento, per cui gli spostamenti diventano più difficoltosi).
Nel 2015, Zheng e colleghi [2] hanno svolto una ricerca sull’efficacia delle nuove tecnologie nell’anomia post-ictus, riscontrando la superiorità della terapia somministrata attraverso il computer rispetto a un trattamento tradizionale (il Verb network strengthening Treatment, o VNetSc). Inoltre, la terapia auto-somministrata attraverso i dispositivi digitali costa il 30% in meno rispetto al trattamento classico. Molti studi sono seguiti evidenziando ulteriori vantaggi della teoria attraverso strumenti informatici, ma alcune domande sono rimaste scoperte, ad esempio:
- Nessuno di questi studi aveva incluso il tablet tra gli strumenti di trattamento dell’anomia
- Nessuno studio aveva indagato l’efficacia di programmi di intervento specifici somministrati attraverso tutte le tecnologie disponibili
Lo studio
Nel 2017, Lavoie e colleghi [1] hanno pubblicato una revisione sistematica sull’utilizzo delle nuove tecnologie nel trattamento dell’anomia. Sono stati selezionati 23 studi da diversi database (PubMed, Google scholar, PsycInfo e altri). La metodologia utilizzata è stata quella del PRISMA Statement.
Sono stati considerati i seguenti outcome:
- Miglioramento nella capacità di denominazione
- L’impatto funzionale della nuova terapia nella comunicazione quotidiana
In alcuni studi, la tecnologia era impiegata nel setting clinico in presenza del professionista; in altri, la terapia era auto-somministrata e il dispositivo veniva utilizzato a casa, in assenza del terapista.
I risultati
Gli autori hanno concluso che:
- Sia la terapia autosomministrata che quella svolta in presenza del clinico si sono rivelate efficaci nel migliorare la capacità di denominazione
- La terapia autosomministrata attraverso computer e tablet ha migliorato la qualità della comunicazione dei pazienti aumentando la loro autostima, spingendoli a lavorare in modo indipendente al computer e permettendo loro di scegliere quando, dove e per quanto tempo esercitarsi
Limiti
Nonostante questi dati incoraggianti, si sono riscontrate anche delle limitazioni relative ai software utilizzati, in particolare:
- Caratteri troppo piccoli
- Istruzioni troppo complesse
Questi due fattori possono, purtroppo, limitare l’utilizzo in autonomia e aumentare la frustrazione del paziente.
Prospettive future
I dati, tuttavia, sono incoraggianti e spingono verso l’inserimento delle terapie somministrate attraverso dispositivi digitali nelle linee guida e nelle indicazioni di buona pratica clinica. Saranno comunque necessari ulteriori studi, in particolare trial controllati e randomizzati, con follow-up oltre i sei mesi. Inoltre, si auspica che gli studi vengano estesi anche ad altre manifestazioni dell’afasia come le difficoltà di comprensione e di produzione morfosintattica.
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Bibliografia
[1] Lavoie M, Macoir J, Bier N. Effectiveness of technologies in the treatment of post-stroke anomia: A systematic review. J Commun Disord. 2017;65:43-53. [2] Zheng, Carmen & Lynch, Lauren & Taylor, Nicholas. (2015). Effect of computer therapy in aphasia: a systematic review. Aphasiology. 30. 1-34.Potrebbe interessarti anche:
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