Dall’entrata in vigore della legge 170/2010 sulla dislessia e sugli altri disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) è aumentato molto l’interesse per questo argomento; senza dubbio si tratta di un fatto positivo visto che molti bambini e ragazzi, anziché essere marchiati come svogliati o incapaci, giungono in valutazione per capire l’origine delle loro difficoltà scolastiche, avendo così più possibilità di essere messi nelle migliori condizioni di apprendere.
Una domanda importante da porsi però è questa: quando giungono in valutazione diagnostica gli studenti con DSA? È proprio di questo che vogliamo parlare in questo articolo per contribuire a sfatare alcuni miti che si sono creati intorno alle valutazioni diagnostiche di ambito neuropsicologico e logopedico.
I criteri diagnostici per i DSA (dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia) prevedono che un bambino non possa essere certificato prima della fine della seconda o terza elementare (dipende dal disturbo a cui ci si riferisce); questo viene ripetuto così tante volte che ormai è un fatto noto anche per molti genitori e insegnanti. Da ciò, però, nascono degli equivoci che ormai, vista la frequenza con cui vengono ripetuti (ahinoi anche da “specialisti”). Proviamo a rispondere uno a uno:
Non si possono fare diagnosi prima della fine della seconda/terza elementare.
Falso. Se è vero che non si può fare certificazione di DSA prima di questo periodo è altrettanto vero che si può vedere se ci sono difficoltà nell’acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo anche a inizio scuola primaria. Addirittura si può sondare l’adeguatezza di alcuni prerequisiti degli apprendimenti scolastici anche prima dell’inizio delle elementari ( le abilità metafonologiche e quelle di conteggio, soltanto per fare due esempi) e alcuni test sono pensati proprio a questo scopo, come il CMF e la BIN 4-6. Facendo ciò è anche possibile tenere monitorato l’andamento evolutivo del bambino, permettendo così di personalizzare la didattica in base alle sue caratteristiche e difficoltà.
Ricordiamo, infine, che dal documento d’intesa “Raccomandazioni cliniche sui DSA” elaborato dal Panel di aggiornamento e revisione della Consensus Conference, al quesito “È possibile anticipare la diagnosi di DSA rispetto ai tempi indicati (fine seconda elementare per dislessia e disortografia, fine terza elementare per discalculia), e se sì, in presenza di quali condizioni?” viene data la seguente risposta: In considerazione dei recenti sviluppi della ricerca internazionale, che prevede la Risposta al Trattamento (RTI) come possibile criterio diagnostico per i DSA, anche la permanenza di difficoltà significative dopo un periodo di intervento può essere considerato un criterio aggiuntivo che può portare alla formulazione di una diagnosi anticipata rispetto ai tempi suindicati.
I test fatti prima che il bambino abbia concluso la seconda/terza elementare sono inattendibili.
Falso. Molti test sono fatti per essere somministrati anche per bambini più piccoli. I test di lettura, scrittura e calcolo prima di tale periodo non sono abbastanza attendibili per porre diagnosi di DSA, è vero, ma è anche vero che già in età più precoce possono essere indagati molti altri ambiti cognitivi del bambino che per certi versi sono anche più importanti della lettura, scrittura e calcolo in sé per sé. Abilità intellettive (QI), capacità attentive, funzioni esecutive, sviluppo linguistico e capacità di memorizzare informazioni (e anche altri domini) possono essere tutti oggetto di valutazione diagnostica già molto prima della seconda elementare.
Va anche detto che i DSA non sono gli unici disturbi che, se non inquadrati correttamente, possono influire sull’apprendimento: difficoltà riguardanti gli ambiti appena elencati possono interferire con l’andamento scolastico ben più delle dislessia, per esempio.
Se un bambino è troppo piccolo per sapere se abbia un DSA, tanto vale aspettare la fine della seconda/terza elementare per la valutazione diagnostica.
Falso. Se ci sono delle difficoltà in determinate aree che possono già essere indagate (come detto nel punto precedente), è bene intervenire quanto prima, e si può fare!
Inoltre, se nei primi due anni di scuola primaria emergono problemi nell’acquisizione di lettura, scrittura o calcolo un periodo di potenziamento può rivelarsi utile (se non fondamentale) per distinguere una difficoltà iniziale da un vero e proprio DSA.
A questo punto passiamo alla domanda fondamentale…
Quando è bene iniziare una valutazione neuropsicologica e logopedica?
Dato quanto detto finora, la risposta non può che essere una: appena si sospettano delle difficoltà che non ci sembrano congruenti con l’età del bambino. Diversamente rischia di essere sottoposto a inutili ed evitabili frustrazioni e si corre il rischio di sottrarlo ad adeguate opportunità di apprendimento.
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