Le funzioni cognitive, danneggiate in più della metà dei pazienti con sclerosi multipla, possono essere migliorate attraverso la teleriabilitazione.

La sclerosi multipla è una malattia complessa che interessa gli assoni nel sistema nervoso centrale. Anche se si pensa che sia immuno-mediata, le sue cause precise restano sconosciute. Quello che sappiamo con certezza è ciò che si può osservare: lesioni infiammatorie che insorgono a vari livelli nel cervello o nel midollo spinale, causando la perdita della guaina mielinica negli assoni che vengono danneggiati nel lungo termine.

Di conseguenza, i pazienti manifestano sintomi neurologici di diverso tipo, a seconda della localizzazione del danno. I sintomi riferiti più spesso possono includere parestesie (formicolii, intorpidimenti), crampi muscolari e dolori, perdita della vista e paralisi. Quando l’infiammazione si riduce, i sintomi si alleviano. Tuttavia, episodi ripetuti possono causare disabilità significative dopo 20-25 anni [1].

Un problema di frequente risconto, ma difficile da inquadrare correttamente, è il danno cognitivo nei pazienti con sclerosi multipla. Secondo gli studi, dal 50% al 70% dei pazienti presenta difficoltà di tipo cognitivo nel corso della malattia. Questo si traduce spesso in un’elaborazione più lenta delle informazioni, difficoltà di memoria e di fluenza verbale. Nonostante siano disponibili molti strumenti per valutare il livello di compromissione – dagli strumenti rapidi di screening alle batterie neuropsicologiche più complete – questo aspetto della malattia riceve poca attenzione nonostante sia molto rilevante nella vita dei pazienti [2] [3].

In una recente revisione della letteratura scientifica, gli esperti sostengono che venga dato troppo poco rilievo alle compromissioni cognitive nella sclerosi multipla, nonostante i trattamenti moderni abbiano dimostrato effetti positivi nel prevenire o alleggerire tali deficit. Al contrario, questo aspetto deve essere tenuto in grande considerazione. Ad oggi, i metodi più utilizzati per rallentare la progressione del deterioramento cognitivo nei pazienti con sclerosi multipla riguardano le riabilitazioni cognitive e i training con esercizi fisici. Mentre i primi includono un set di protocolli diretti in modo specifico a determinate abilità e funzioni, i secondi si basano sugli effetti benefici che l’esercizio fisico ha sulle funzioni cognitive. Entrambi gli approcci mostrano, tuttavia, diverse limitazioni: le principali riguardano l’applicabilità nelle cliniche neurologiche e la partecipazione attiva dei pazienti [3].

Per fortuna, la tecnologia ci fornisce una straordinaria opportunità che si realizza con la teleriabilitazione – la creazione di un programma di riabilitazione cognitiva attraverso internet, collegandosi con la casa del paziente, senza la presenza fisica del professionista.

Nel più grande trial clinico di questo tipo, Charvet et al.[4] affermano che i programmi di teleriabilitazione possono migliorare le funzioni cognitive nei pazienti con sclerosi multipla, offrendo una piattaforma conveniente che può essere inserita con facilità nei protocolli di trattamento.

Vengono superati così i classici ostacoli dei programmi di riabilitazione cognitiva, come ad esempio i costi, l’accessibilità e i tempi; gli autori propongono quindi di utilizzare un Programma di Trattamento Adattivo (Adaptive Cognitive Remediation , ACR). Questo include un set di 15 esercizi rivolti a velocità, attenzione, memoria di lavoro e funzioni esecutive che devono essere risolti attraverso una piattaforma online, per un periodo totale di 60 ore nel corso di 12 settimane. Il programma intende imitare gli stimoli del mondo reale, adattandosi alle necessità del paziente in modo da fornire prove sempre avvincenti, ma non frustranti.

Puoi guardare il tipo di attività proposte nello studio a questo link: https://www.brainhq.com/?v4=true&fr=y

Poiché nei pazienti con sclerosi multipla è già documentato l’effetto positivo della riabilitazione cognitiva, anziché confrontare il programma ACR con un controllo passivo, gli autori hanno scelto un gruppo di controllo attivo. In pratica, chi faceva parte del gruppo di controllo giocava a videogiochi di tipo puzzle per tutta la durata dello studio.

I pazienti sono stati valutati prima e dopo le 12 settimane di trattamento attraverso una complessa batteria di test neuropsicologici. Nonostante entrambi gli approcci abbiano portato a un miglioramento complessivo nei test cognitivi, l’ACR si è dimostrato molto più efficace. Questo era vero anche per i pazienti che avevano trascorso molto più tempo con i videogiochi di tipo puzzle rispetto al gruppo ACR.

Un aspetto particolare di questo studio è che i miglioramenti del gruppo ACR erano globali e non relativi a specifici test. Questo potrebbe suggerire che i benefici di un programma del genere siano molto diffusi e non focalizzati su una particolare funzione; è verosimile attendersi quindi che tali miglioramenti diffusi si generalizzino alla vita quotidiana.

In generale lo studio ha mostrato risultati interessanti, fornendo dati attendibili sulla possibilità di considerare la teleriabilitazione un’alternativa valida, se non superiore, ai paradigmi attuali del trattamento cognitivo, e suggerendo addirittura che le compromissioni cognitive nei pazienti con sclerosi multipla potrebbero non solo essere ritardati, ma addirittura, fino a un certo punto, riabilitati.

Naturalmente restano molte domande aperte, ad esempio: per quanto tempo durano i miglioramenti? questi risultati saranno replicabili su campioni più ampi? il programma dovrebbe essere universale o ritagliato sulle necessità specifiche di ogni paziente? Ad ogni modo, la teleriabilitazione si è dimostrata certamente un candidato da tenere in considerazione per futuri protocolli di trattamento della sclerosi multipla.

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Bibliografia

  1. Multiple Sclerosis: Practice Essentials, Background, Pathophysiology.
  2. Brochet, B. & Ruet, A. Cognitive Impairment in Multiple Sclerosis With Regards to Disease Duration and Clinical Phenotypes. Front. Neurol. 10, 261 (2019).
  3. DeLuca, J., Chiaravalloti, N. D. & Sandroff, B. M. Treatment and management of cognitive dysfunction in patients with multiple sclerosis. Nature Reviews Neurology 16, 319–332 (2020).
  4. Charvet, L. E. et al. Cognitive function in multiple sclerosis improves with telerehabilitation: Results from a randomized controlled trial. PLoS One 12, (2017).