È possibile che unire strategie motivazionali a un training cognitivo ne aumenti l’efficacia? Questa è la domanda che si sono posti alcuni ricercatori degli Stati Uniti e per rispondere hanno messo a punto uno studio[1] in cui un trattamento computerizzato è stato integrato con un approccio motivazionale, mostrando miglioramenti significativi nel livello cognitivo generale, nelle capacità di memoria e nell’umore.

La ricerca

Gli studiosi hanno selezionato un gruppo di 74 persone anziane con decadimento cognitivo a livello subclinico, suddividendole in 3 sottogruppi, due gruppi sperimentali e un gruppo di controllo:

  1. Un primo gruppo ha svolto un periodo di 16 settimane di stimolazione cognitiva computerizzata abbinata a strategie motivazionali (per un totale, di 30 ore)
  2. Un secondo gruppo ha svolto un periodo di 16 settimane di stimolazione computerizzata ma non abbinata a strategie motivazionali (per un totale di 30 ore)
  3. Un terzo gruppo di controllo ha utilizzato, per lo stesso periodo di tempo degli altri due gruppi, giochi al computer e puzzle disponibili sul mercato (parole crociate, sudoku, brain game…)

Tutti i partecipanti alla ricerca sono stati sottoposti a due valutazioni, una prima dell’inizio del trattamento e una 4 mesi dopo. Nello specifico sono stati valutati i seguenti aspetti:

  1. Funzionamento cognitivo globale (MMSE con l’aggiunta del digit span della WAIS-R, prove di calcolo e attenzione, conoscenze generali, linguaggio e prassie costruttive)
  2. Memoria verbale e visuo-spaziale (Logical Memory e Visual Reproduction della Wechsler Memory Scale, e Buschke Selective Reminding Test)
  3. Il livello dell’umore autoriferito dai soggetti (Beck Depression Inventory II)

I risultati

Sia la stimolazione cognitiva abbinata a strategie motivazionali sia il training cognitivo computerizzato, seppur con qualche differenza, hanno incrementato il livello cognitivo generalela capacità di apprendimento e la memoria verbale. Inoltre il primo tipo di trattamento ha comportato un miglioramento del tono dell’umore dei partecipanti.

Conclusioni

Dati i costi sociali ed economici di malattie come l’Alzheimer, è di fondamentale importanza implementare che ritardino la manifestazione dei sintomi della demenza. Gli autori della ricerca[1] appena discussa riportano che, negli Stati Uniti, prevenire il declino di 2 punti al MMSE porterebbe un risparmio di migliaia di dollari all’anno per famiglia, mentre un incremento di 2 punti porterebbe a un risparmio ancora superiore.
Se da un lato la ricerca appena discussa sembra indicare una superiorità del trattamento computerizzato rispetto a una stimolazione cognitiva aspecifica (quella del gruppo di controllo), è importante osservarne gli effetti sul lungo periodo. A questo proposito gli autori della ricerca dichiarano di avere in corso altri studi con fine di rispondere anche a quest’ultimo quesito.

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Bibliografia

  1. Gooding, A. L., Choi, J., Fiszdon, J. M., Wilkins, K., Kirwin, P. D., van Dyck, C. H., … & Rivera Mindt, M. (2016). Comparing three methods of computerised cognitive training for older adults with subclinical cognitive decline. Neuropsychological rehabilitation26(5-6), 810-821.