Perché fare una valutazione?

Il punto di partenza: le difficoltà a scuola.

Il motivo principale per cui si chiede di solito una valutazione degli apprendimenti è una difficoltà a scuola del proprio figlio.

Le situazioni possono essere molto diverse tra loro. Ad esempio il bambino/ragazzo:

  • fa fatica a leggere/scrivere correttamente o a fare calcoli (non memorizza le tabelline)
  • legge bene ma fa fatica a comprendere quello che legge
  • pur avendo studiato e sapendo la materia, fa molta fatica a esprimere i concetti
  • studia molto a casa, ma sembra non trattenere nulla di quello che studia
  • mostra buone capacità, ma ha una scarsa tenuta di attenzione che ne condiziona il successo nei compiti
  • ha buone capacità generali, ma una lentezza nell’esecuzione che lo penalizza nei compiti a tempo

Lo scopo di una valutazione non è quello di dare un’etichetta diagnostica, ma per capire le difficoltà alla base di un cattivo rendimento scolastico.

Perché fare una valutazione neuropsicologica?

L’obiettivo di una valutazione neuropsicologica completa è quello di dare una risposta alle difficoltà del bambino/ragazzo.

A volte una difficoltà scolastica può essere causata da un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA, come la dislessia per la lettura, la disortografia per la scrittura come correttezza ortografica, la discalculia per il calcolo e la disgrafia per la scrittura come tratto grafico), e in questo caso la valutazione si conclude con una diagnosi. In altre situazioni, invece, pur non essendoci un disturbo specifico dell’apprendimento, possono emergere delle fragilità in alcune aree come la memoria o l’attenzione. In ogni caso, lo scopo della valutazione è sia quello di evidenziare eventuali criticità, ma anche quello di sottolineare i punti di forza su cui far leva in un eventuale percorso di trattamento o a scuola.

Come si svolge una valutazione neuropsicologica?

Il percorso di valutazione si svolge in circa 3 giornate e seguendo queste tappe:

  • Incontro informativo (gratuito): è il momento in cui i genitori riferiscono le motivazioni che hanno portato alla richiesta di una valutazione e i professionisti mostrano il modo in cui procedere
  • Colloquio anamnestico: spesso svolto subito dopo il colloquio, è il momento in cui vengono raccolte tutte le informazioni sulla storia clinica del paziente
  • Valutazione e inquadramento diagnostico: la valutazione vera e propria si svolge in 1-2 incontri con lo psicologo che indagherà gli aspetti relativi all’attenzione, la memoria, le capacità di ragionamento, mentre un ulteriore incontro si svolgerà con il logopedista che valuterà gli aspetti relativi agli apprendimenti (lettura, scrittura, calcolo) ed, eventualmente, al linguaggio
  • Stesura della relazione e colloquio di restituzione: al termine della valutazione, si concorderà un incontro finale in cui i professionisti illustreranno quanto emerso dalla valutazione e consegneranno la relazione con i risultati dei test, le interpretazioni cliniche, l’eventuale diagnosi e le proposte per gli insegnanti.

Clicca qui per maggiori dettagli sul percorso di valutazione.

Cosa si può fare dopo la valutazione?

In base a quanto emerso dalla valutazione, possono essere attuati diversi percorsi:

  • In caso di disturbo specifico dell’apprendimento, in virtù della legge 170/2010, la scuola dovrà produrre un documento chiamato Piano Didattico Personalizzato (PDP), in cui indicherà gli strumenti compensativi e dispensativi che dovrà adoperare per personalizzare la didattica sulle modalità di apprendimento del bambino/ragazzo (vedi anche: Diagnosi di DSA: cosa fare dopo?)
  • In caso di difficoltà di altro tipo, ad esempio di attenzione o di memoria, è sempre possibile redigere un piano didattico personalizzato in virtù della circolare ministeriale sui BES (Bisogni Educativi Speciali)
  • Si potranno, infine, prevedere degli incontri di logopedia per migliorare aspetti relativi al linguaggio o agli apprendimenti (lettura, scrittura e calcolo) o percorsi di neuropsicologia per potenziare le capacità di attenzione e di memorizzazione (clicca qui per un approfondimento).

L’eventuale diagnosi di DSA emessa al termine della valutazione è accettata in Emilia-Romagna al pari di una diagnosi proveniente dal Servizio Sanitario Nazionale.

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